Day #26: Eastern Block, Protecting God

We take ourselves so seriously

Non avrei dovuto, lo so, fare così con te a pochi metri che guardavi senza neanche far finta che non ti importasse. Toccarlo, ridere con lui, guardarlo con quello sguardo. Lui che non è nessuno, davvero, un amico. Non avrei dovuto. Ma è stato più forte di me, perché quando IO mi sono avvicinata per salutarti, quando IO ti ho rivolto la parola, quando IO ho guardato te negli occhi, il cuore mi batteva un po’ troppo forte. E io non sono tipa da queste cose, non ho più sedici anni e non leggo Coelho.

Non è stato niente, eppure, lo so, è bastato. Non ti ho scritto, anche se ho sentito il bisogno di farlo pizzicarmi le dita per un po’; anche se tu ti aspettavi che lo facessi, perché quando te ne sei andato invece di salutare hai continuato a guardare dritto davanti a te senza girarti. Volevi che ti scrivessi. Ma non l’ho fatto perché non avrei sopportato di sentirmi rispondere “Ti ho vista occupata e non ho voluto disturbare”. Non avevo voglia di rendermi conto ancora una volta che, oh my god, you’re serious.

Tra due giorni partirai e così potrai dimenticarti meglio di quella stronza che “allora fa così con tutti”.