Ho rinunciato a lui. No, sul serio.
Sto riuscendo ad allontanare l’idea (romantica, struggente) che lui potrà mai essere mio. Mi convinco sempre più che non potrebbe funzionare, che lui non voglia me, ma una versione migliore di me, quella che sogna (letteralmente), sicura e di successo, quella che non sono e che non saró mai. Neanche stando con lui. Quello che è lei, quello che manca a me. Mi chiedo quanto mi ferirebbe deluderlo e mi fa già troppo male.
Mi dico che niente dura e che tutto si rovina, e che quello che abbiamo qui e adesso è il meglio, che avere di più non sarebbe solo inutile ma anche deleterio. Lo so, lo capisco, è così, ne sono convinta.
E allora ho deciso che è solo un gioco, ho deciso di prenderla come un gioco, attrazione fisica, divertimento, un passatempo. Qualcosa di bello che non mi aspettavo e che mi è caduto tra le mani, qualcosa che finirà, ma non perchè si è rovinato. Non tra risentimenti ed errori e cattiveria e ferite.
She’s thunderstorms
Lying on her front
Up against the wall
(Mentre scrivevo questo post è partita “Untouchable” e, no, sto cercando di non prenderlo come un segno che ho scritto solo cazzate)